Muore per una diagnosi errata, i parenti della vittima rimborsati

Donna, 60 anni all’epoca dei fatti. Viene sottoposta a mammografia di controllo, refertata negativamente. Dopo alcuni mesi dall’esame si accorge della presenza di un nodulo mammario con successiva retrazione del capezzolo. La successiva ecografia con biopsia fa emergere la presenza di un carcinoma mammario in stadio avanzato. La paziente è stata poi sottoposta ad intervento […]

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Donna, 60 anni all’epoca dei fatti.
Viene sottoposta a mammografia di controllo, refertata negativamente.

Dopo alcuni mesi dall’esame si accorge della presenza di un nodulo mammario con successiva retrazione del capezzolo.

La successiva ecografia con biopsia fa emergere la presenza di un carcinoma mammario in stadio avanzato.

La paziente è stata poi sottoposta ad intervento chirurgico e a cicli di chemio e radioterapia, senza successo. È infatti deceduta per le metastasi del tumore.

La perizia sulla prima mammografia (quella refertata negativamente), ha evidenziato chiaramente la presenza di elementi che suggerivano la presenza di patologia maligna.

L’azienda ospedaliera ha rigettato la richiesta di risarcimento in fase transattiva.

Il caso è andato avanti presso il Tribunale Civile dove è stato riconosciuto l’errore nella refertazione della mammografia con il conseguente risarcimento ai familiari della vittima.